Blockchain, machine learning e IA

La blockchain può essere usata anche nel settore del machine learning e in associazione con l’intelligenza artificiale (IA).

Vediamo quindi come possono essere integrati o come sono stati già utilizzati per portare queste tecnologie ad un livello superiore. 

La blockchain nel machine learning 

La blockchain permette di avere una robustezza non indifferente dal punto di vista della sicurezza del dato: quando questo viene registrato su blockchain, passando prima da una fonte “attendibile” come può essere un oracolo (possibilmente decentralizzato) possiamo recuperarlo in maniera decentralizzata e senza che possa essere manomesso.

Si parla di ogni tipo di dato, quindi anche quelli gestiti dai sistemi di machine learning o di intelligenza artificiale. 

Per esempio il progetto messo in piedi dall’azienda SingularityNet permette di decentralizzare gli algoritmi ed avere un mercato di dati sulla blockchain che chiunque può utilizzare, quindi non un mercato chiuso e centralizzato. Ed è così che si è costruito il robot Sophia.

Un altro progetto in questo ambito, basato sulla blockchain di EOS, è anche Effect.ai che si frappone tra la blockchain e le varie dApp (applicazioni decentralizzate). 

Il machine learning 

Veniamo a questo punto ad un elemento importante che è strettamente collegato all’intelligenza artificiale che è quello del machine learning, che permette di fornire ai computer la capacità di imparare qualcosa senza che gli venga spiegato nulla ma accedendo ai vari dati che trova in rete o su blockchain.  

Il machine learning è proprio basato sui dati che, se caricati in blockchain, e quindi resi “certi” e “verificati”, possono essere analizzati elaborando un modello o una previsione di un determinato evento. 

Spingendoci oltre, con l’integrazione di questi elementi potremmo arrivare ad un’evoluzione anche del protocollo di consenso, passando dai più tradizionali PoW, PoS, DPoS a quello PoI (Proof of Intelligence), per esempio usato da AION.

Si tratta di un’evoluzione della PoW, in cui i validatori allenano una IA a risolvere problemi matematici sempre più complessi in modo da non dover incrementare la difficulty, visto che sarà l’IA stessa a settare la “difficoltà” per impedire gli attacchi da parte di soggetti con un potere enorme. 

Al momento siamo ancora lontani da vedere qualcosa di completo e funzionante in questo settore, ma in futuro non è detto che non sia raggiungibile visto anche i progressi che si stanno facendo nel settore dei computer quantistici.

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Questo articolo è proveniente dalla Redazione di The Cryptonomist Magazine Digitale diretto da Amelia Tommasicchio: una delle testate specializzate tra le più seguite nel mondo delle Cryptovalute e della DeFi

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