Euro digitale: criptocurrency al servizio dello sviluppo economico. Italia in prima fila nella sperimentazione BCE

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Grazie all’effetto congiunto del Piano Italia Cashless e dell’iniziativa cashback i pagamenti digitali hanno conquistato un grande spazio sia sui media sia nel dibattito politico. In questo periodo è apparso palese il contrasto tra le diverse visioni del ruolo dei pagamenti digitali e per certi aspetti del ruolo stesso dell’innovazione digitale in relazione all’innovazione della Pubblica Amministrazione e alla gestione dei rapporti sociali. I pagamenti digitali sono ben di più della gestione innovativa e digitale di una transazione commerciale basata sullo scambio di un asset di valore. L’”azione sociale” del pagamento, se riflettiamo, è una delle più comuni, la ripetiamo molte volte ogni giorno per disporre di beni, servizi, informazioni. La digitalizzazione dei pagamenti  è anche e soprattutto una sfida culturale e assume, oggi più che mai, il valore simbolico di una innovazione che è destinata ad estendersi a tantissime altre parti della nostra vita sociale e professionale e rappresenta un fattore abilitante per la digitalizzazione del paese.

Indice degli argomenti

Cashless: Italia ancora in ritardo rispetto  alla media europea

E purtroppo il nostro paese ha un gran bisogno di spingere su questa evoluzione culturale. Se si guarda alla diffusione dei pagamenti Cashless, anche grazie ai dati della Banca Centrale Europea, si vede che nel 2019 occupavamo la 24a posizione su 27 paesi dietro alla Grecia e davanti solo a Germania (dove però c’è una situazione molto particolare in termini di abitudini di pagamento con una diffusione importante relativa all’utilizzo di bonifici online che contribuisce in ogni caso alla riduzione del contante), alla Bulgaria e alla Romania. Se si pensa che Danimarca, Svezia o Finlandia, ai primi posti nella classifica, viaggiano a una media di oltre 300 transazioni digitali procapite, le 77 transazioni medie degli italiani hanno assolutamente bisogno di una spinta.

Il Digital Finance Package Europe e l’Euro Digitale

Il report Blockchain and the future of digital assets” realizzato dall’European Union Blockchain Observatory & Forum. Il report è disponibile da QUI

E’ questo il senso del Piano Italia Cashless e dell’operazione cashback, ma nella prospettiva di uno sviluppo he superi l’utilizzo del contante per il nostro Paese e per l’Europa si può e si deve guardare anche al ruolo che potranno svolgere le criptocurency e in particolare l’Euro Digitale. In questo senso non mancano i segnali positivi a partire naturalmente dal Digital Finance Package Europe la nuova strategia per l’innovazione digitale dei mercati finanziari della Commissione Europea basato su due grandi linee di sviluppo strategico per la “digital Europe”:

1 – la Digital Finance Strategy

2 – la Retail Payments Strategy

Nel pacchetto legislativo si trovano interventi in diversi ambiti, tra cui la Digital Identity, l’Open Finance, le tutele di consumatori e delle nuove forme di concorrenza, ma anche un piano per avviare la regolamentazione di cryptoasset, stablecoin, DLT.

Rispetto a questi prospettive l’Europa ha iniziato un percorso di analisi e di valutazione che ha potuto contare anche sul report “Blockchain and the future of digital assets” realizzato dall’European Union Blockchain Observatory & Forum nel quale si affronta il mondo dei blockchain-based digital assets.

In particolare il report sottolinea l’importanza di una qualificazione legale degli asset e della loro regolamentazione con la consapevolezza che ci sono digital asset sui quali sono già state fatte azioni di regolamentazione in diversi paesi, come i security token e come gli Stablecoin così come per i token di pagamento e la raccomandazione che la regolamentazione deve poter valutare il rapporto tra queste risorse e le piattaforme che ne hanno permesso lo sviluppo.

Euro Digitale: la sperimentazione di ABI

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Ma un segnale positivo arriva proprio dalla sperimentazione sul digital euro. Alcune Banche e l’Associazione bancaria italiana (ABI), in collaborazione con ABI Lab, sono impegnate nell’avvio di una sperimentazione proprio sui temi dell’euro digitale. Lo scopo è di contribuire attivamente al dibattito pubblico e di supportare le banche che operano in Italia nel percorso di preparazione allo scenario futuro. Il progetto intende valorizzare il ruolo degli istituti di credito nell’ambito del progetto della Banca Centrale Europea (BCE) sull’euro digitale.

Il digital euro, denominazione al momento utilizzata per identificare questi progetti e sperimentazioni, rappresenta una moneta diversa dai pagamenti elettronici “tradizionali” e già disponibili; ed è più precisamente utilizzato per rappresentare la fattibilità tecnica di un euro digitale basato su una Blockchain Distributed ledger technology (DLT). Con questa ipotesi si affrontano anche le possibilità di sviluppo di nuovi servizi a valore aggiunto, collegabili alla gestione di asset di valore (monete) che diventano percorribili grazie ad esempio al concetto di programmabilità.

Euro digitale, una sperimentazione basata su due percorsi: distribuzione e programmabilità

La sperimentazione che è stata annunciata si articola in due cantieri: il primo è focalizzato sulla infrastruttura e sul modello distributivo e si pone l’obiettivo di analizzarne le fattibilità tecniche. L’altro grande cantiere è invece dedicato ad esplorare le possibilità legate alla programmazione che sono possibili grazie alla blockchain. In questo percorso si punta a sperimentare i casi d’uso che possono differenziare l’euro digitale della Banca Centrale dai pagamenti elettronici già disponibili.

In termini organizzativi il primo cantiere prevede una collaborazione con SIA, in sinergia con l’infrastruttura delle banche ABI Lab Chain, che conta già su 100 nodi attivi distribuiti in Italiae forme di collaborazione con le banche che vi operano.

Il secondo cantiere conta su una articolazione più complessa e su diversi gruppi di lavoro dedicati a diversi casi d’uso, ciascun gruppo è organizzato in collaborazione con le banche e le società NTT Data, Pwc e Reply. L’iniziativa è poi aperta a tutte le banche interessate.

L’attenzione delle banche centrali all’Euro Digitale coordinato attraverso il “Report on a digital euro”

Il Rapporto su un euro digitale pubblicato il 2 ottobre 2020 dalla BCE. scaricabile QUI

L’attenzione al tema di una moneta nativamente digitale basata sulla blockchain è certamente molto grande. Nel corso del 2020 sono state molte le banche centrali che hanno accelerato lo studio e le ipotesi di emissione di una valuta digitale. L’idea è quella di poter disporre di una moneta gestita dalla banca centrale, a cui tutti i cittadini e le imprese possono avere accesso per effettuare qualsiasi tipo di pagamento in modo rapido, semplice e sicuro.

La BCE in particolare ci sta attivamente lavorando, anche attraverso il documento posto in consultazione il 12 ottobre 2020: il “Report on a digital euro“, uno studio approfondito sull’euro digitale redatto dall’High-Level Task Force on Central Bank Digital Currency (HLTF-CBDC) dell’Eurosistema e approvato dal Consiglio direttivo.

L’euro digitale in questo report viene considerato come una moneta emessa da una banca centrale in forma digitale  che può essere utilizzata da cittadini e imprese per tutti i pagamenti a partire dai pagamenti legati al retail.

La Banca Centrale Europea ha in particolare individuato tre ragioni strategiche per cui si renderebbe necessaria o opportuna l’emissione  e l’utilizzo sui mercati del Vecchio Continente di un euro digitale:

1 – Il supporto ai progetti e ai percorsi di digitalizzazione dell’economia europea in uno scenario che vede i pagamenti digitali svolgere un ruolo di abilitatore alla diffusione di nuovi servizi digitali;

2 – La possibilità di rispondere al superamento dell’uso del contante come mezzo di pagamento con nuove possibilità rispetto ai pagamenti digitali tradizionali e con la possibilità di sviluppare nuovi servizi e nuovi casi d’uso;

3 – La prospettiva di rispondere efficacemente ad uno scenario di maggiore diffusione di monete digitali emesse da privati o da banche centrali di altri paesi.

In particolare il Rapporto su un euro digitale analizza le possibilità legate all’emissione di una valuta digitale da parte di una Banca Centrale di una CBCD: Central Bank Digital Currency, in termini di prospettive per l’Eurosistema

Digital currency: la visione del World Economic Forum

Crypto, What Is It Good For?
Il report inaugurale del primo consiglio globale del World Economic Forum incentrato sul tema “criptovalute”. Il report è scaricabile QUI

Le possibilità di una critpovaluta realizzata e supportata dalle banche centrali non è solo un tema “europeo”. Si intitola “Crypto, What Is It Good For? An Overview of Cryptocurrency Use Cases” ed è il report inaugurale del primo consiglio globale del World Economic Forum incentrato sul tema “criptovalute”.

Al centro dell’attenzione i casi d’uso di digital asset che vanno oltre la criptovaluta ed esplorano il suo impatto su individui, istituzioni e società nel loro insieme. Inclusi anche approfondimenti di dirigenti bancari, leadership di ONG, imprenditori tecnologici e investitori.

Sheila Warren, che dirige gli studi del WEF sui temi legati alla blockchain e alle digital currency ha osservato in una nota del Wef che “L’innovazione legata alle digital currency permette di immaginare e progettare un futuro più inclusivo. Ma occorre analizzare con attenzione i possibili benefici e i rischi delle criptovalute, sviluppando uno scenario nel quale i benefici siano effettivamente accessibili all’intera economia globale”.

Le criptovalute aprono nuove prospettive per l’economia globale

I co-presidenti Meltem Demirors, Chief Strategy Officer di CoinShares, e Cuy Sheffield, Head of Crypto presso Visa, hanno stabilito le priorità e i risultati del Consiglio istituto ad ottobre, identificando la mission nella creazione di una comunità di 30 esperti che possa condividere risorse e intuizioni con la rete più ampia del WEF per accelerare la comprensione globale sulle criptovalute. Tra i membri del Consiglio; amministratori delegati, rrisk managers edelle principali società impegnate sulle criptocurrency, dirigenti di istituzioni finanziarie, esperti di tecnologia, legali e accademici che si concentrano sulla valutazione delle sfide e delle opportunità. Demirors spiega in una nota del WEF che “il lavoro in corso non riguarda tanto la tecnologia quanto l’analisi delle prospettive che le criptovalute possono aprire grazie a una serie di strumenti sociali, politici ed economici. Le criptovalute, nella visione del WEF, hanno il potenziale per creare nuovi mercati e per permettere l’attuazione di nuove forme di scambio di valore che possono alimentare la crescita nell’economia globale. Questa iniziativa del WeEFsi concentra proprio sulla ricerca di modi per rendere le criptovalute comprensibili, ma anche accessibili e inclusive di modo che più persone possano beneficiare delle nuove innovazioni che emergono attraverso la blockchain.

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Le notizia proviene per gentile concessione da Blockchain 4 Innovation

Blockchain4innovation è la testata del Gruppo Digital 360 dedicata alla divulgazione delle tematiche Crypto e Blockchain e diretta da Mauro Bellini.

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