Giappone: il Ministro delle Finanze vuole usare la blockchain per fermare il Covid-19

Durante la Blockchain Global Conference (BG2C) che si sta tenendo in questi giorni in Giappone, Tarō Asō, Ministro delle Finanze del Giappone dal 2012, che in passato ha anche ricoperto la carica di Primo Ministro, ha affermato che la blockchain aiuterà nella lotta contro il Covid 19:

“Nella lotta contro le malattie infettive diffuse, la blockchain fornisce una soluzione per il contact trading”.

Sempre il Ministro però si è espresso in maniera contraria alla proposta per la riduzione dell’aliquota per tassare le monete virtuali, proposta che voleva portare queste tasse dall’attuale 55% al 20%. Il motivo di questo rifiuto starebbe il fatto che la maggior parte delle risorse finanziarie ormai si trovano e si stanno dirigendo in quel settore e sarebbe una perdita di entrate non indifferente da parte del Governo.

Ad ogni modo, in Giappone possiamo vedere una vera apertura nei confronti delle crypto e della blockchain, anche se il Ministro rimarca come ci debba essere collaborazione tra Governi e aziende tecnologiche:

“Alcune delle community nello spazio blockchain potrebbero essere ancora ostili nei confronti delle autorità di regolamentazione a causa della convinzione che possano ostacolare l’innovazione per mancanza di comprensione della tecnologia. Ciò di cui abbiamo bisogno è lavorare insieme e collaborare per trovare il miglior uso possibile della tecnologia con la migliore governance”.

La blockchain contro il Covid-19

Non dimentichiamo che la blockchain ha una struttura tale che permette di salvare informazioni e che possono essere richiamate non solo da chiunque ma da qualsiasi punto della Terra.

Già in passato alcuni team hanno provato a usare la tecnologia dei blocchi contro il Coronavirus.

Pensiamo, per esempio, ai vari progetti relativi al tracciamento dei risultati del test Covid-19 che abbiamo sulla blockchain di Telos, ma anche di contact tracing o di identità digitale che troviamo su IOTA.

Altri progetti poi esistono in campo medico, sempre basati su blockchain, come per esempio Medicalchain.

Non dimentichiamo che il Giappone è un territorio molto fertile per i progetti blockchain: IOST proprio in campo medico ha sviluppato un proprio progetto, quindi non sarebbe difficile che venisse introdotto un modello nazionale basato su questa o su altre blockchain per creare qualcosa come una cartella clinica del paziente decentralizzata dove sono salvate tutte le informazioni del paziente ed averla sempre con sé.

 

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Questo articolo è proveniente dalla Redazione di The Cryptonomist Magazine Digitale diretto da Amelia Tommasicchio: una delle testate specializzate tra le più seguite nel mondo delle Cryptovalute e della DeFi

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