Lotta al Covid-19 e tutela della privacy: con la blockchain posso coesistere?

In vista del passaggio alla cosiddetta fase 2 della strategia di contenimento, in tutto il mondo si stanno studiando dei sistemi per tenere sotto controllo la propagazione dei contagi da Covid-19, anche usando la blockchain.

Alcuni progetti (Safepath del MIT o Mipasa, che annovera IBM e Microsoft tra gli sponsor) focalizzano gli sforzi sul tracciamento delle persone, realizzato mediante gli smartphone, per controllare i loro spostamenti e la loro eventuale presenza in luoghi ad alta concentrazione di malati. Inoltre, si vuole consentire agli stessi device di tenere traccia di alcuni parametri corporei (temperatura innanzitutto) per determinare lo stato di salute di un soggetto.

Sono soluzioni che presentano diverse debolezze, ad esempio:

  • Mettono a rischio o annullano completamente la tutela della privacy personale;
  • Non garantiscono il tracciamento continuo e completo (la persona potrebbe lasciare il telefono spento, non attivare il GPS, lasciarlo a casa mentre si sposta);
  • Non garantiscono l’identità tra il possessore e la persona controllata (il soggetto A potrebbe avere con sé il telefono di un soggetto B);
  • Non danno certezza sul fatto che la persona non stia incubando, quindi sia asintomatica ma contagiosa.

In alternativa, si può modificare l’approccio partendo da un punto di vista diverso: qualificare le persone in base alla presenza di anticorpi, certificando le fattispecie che danno luogo all’immunità e rilasciando una “patente digitale” che ne confermi lo status.

È la strada scelta, tra gli altri, da Deepit AG di Zug, che sta adattando il suo protocollo di certificazione DeeCert per conto di una startup innovativa di Roma, creando un sistema che si basa su queste componenti:

  • Un’applicazione per smartphone che acquisisce i documenti comprovanti l’immunità di un soggetto (certificato di vaccinazione o esito di reiterati test negativi al Covid-19), incorporandoli in un token non fungibile.
  • Una sidechain ethereum-like, che gestisca la vita dei token e li renda consultabili anche in forma automatica.
  • Un’applicazione per smartphone che legga i dati della persona (KYC – Identità digitale), associandoli al token e mostrando un QR Code al device incaricato della verifica.

Il device che legge il QR Code, si connetterà alla sidechain verificando che al token corrisponda uno status di immunità dimostrabile con i documenti inseriti a monte, e autorizzerà l’ingresso al titolare del token.

L’uso di questa “Patente di Immunità” in pratica vuole consentire l’accesso sicuro a luoghi di comune assembramento (bar, ristoranti, musei, palestre, cinema) o a eventi di grande afflusso (concerti, incontri sportivi, comizi), senza sottovalutare l’accesso ai luoghi di lavoro o alle istituzioni scolastiche/universitarie.

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Questo articolo è proveniente dalla Redazione di The Cryptonomist Magazine Digitale diretto da Amelia Tommasicchio: una delle testate specializzate tra le più seguite nel mondo delle Cryptovalute e della DeFi

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